Skip to main content

SPORT-MEDICINA-FITNESS

Il blog del benessere funzionale della persona

Conflitti dell’apparato digerente

Conflitti dell’apparato digerente

Ogni volta che la cellula originaria doveva inglobare un boccone e, naturalmente, attivare tutte le funzioni legate al suo assorbimento, ha dovuto, necessariamente, sviluppare nuove funzioni, sia per l’attività peristaltica sia per l’aumento della produzione di nuove sostanze per la digestione.

Ogni volta, cioè, che un organo o un tessuto, relativo all’endoderma, deve eseguire un compito biologico relativo al boccone, scatta una serie di funzioni che si manifesta con un aumento di attività.

Questa attività metabolica, nel tempo, si è sempre più perfezionata in modo da poter gestire anche le varie intensità del processo, legate alla necessità di adattamento, per poter risolvere nel modo migliore, il conflitto di bocconi sempre più varie sempre più grossi.

Questo ci fa capire quello che succede quando si vive un conflitto biologico per un alimento che rappresenti la sopravvivenza e che abbia quelle caratteristiche che già conosciamo:

  • Inaspettato
  • Acuto
  • Drammatico
  • Senza possibilità di soluzione
  • Ed un vissuto in solitudine

In questo caso si verifica, in un tessuto di derivazione endodermica, ad una o più delle qualita che sono.

  • Sensoriale
  • Peristaltica
  • Secretoria
  • Assorbente
  • Escretoria

Ed anche ad un aumento di funzione cellulare, naturalmente proporzionale all’entità del conflitto che si manifesterà, per fare fronte al compito richiesto, con una gamma di possibilità che va, ad un semplice aumento di funzione, fino ad una vera e propria proliferazione cellulare e cioè un tumore adenocarcinoma.

Tumore adenocarcinoma

Adenocarcinoma, tumore con proliferazione cellulare e che può essere benigno o maligno, cioè una malattia che la medicina ufficiale riconosce a livello istologico, ma rimane sconosciuta per quanto riguarda la sua finalità e casualità.

Per la medicina biologica è semplicemente un aumento di cellule, organizzato dal cervello, con lo scopo unico di riuscire a metabolizzare-digerire un boccone troppo importante per essere eliminato, troppo grosso da buttare giù, troppo sporco da evacuare.

Proprio per il compito di dover demolire il boccone, le cellule tumorali dell’adenocarcinoma hanno una acidità ancora più alta dei succhi gastrici e se la loro massa non è troppo importante da toccare altri organi, la sua crescita è totalmente asintomatica.

Se questa situazione la ricolleghiamo al sistema bifasico, possiamo associare questo aumento di funzione o alterazione metabolica, la prima fase che è successiva al conflitto e che possiamo chiamare fase simpaticotonica.

È chiaro che la durata e la crescita della proliferazione cellulare dipenderanno dall’intensità e dalla durata del conflitto e avrà termine alla fine del conflitto stesso.

Perché l’adenocarcinoma si forma in una parte dell’apparato digerente piuttosto che in un’altra? Perché può essere l’esofago e non il retto?

La risposta la troviamo in un programma naturale che ha un senso biologico e non casuale, cioè nella connessione che c’è tra l’emozione provata dalla persona e la localizzazione del conflitto nella quale si attiva la qualità necessaria a metabolizzare il boccone.

Per spiegare meglio, le funzioni che sono presenti lungo il tratto digestivo, si attivano quando riteniamo vitale il boccone anche se indigesto.

Per esempio quando non riusciamo a buttare giù un boccone troppo grosso o non riusciamo a vomitare un boccone che non vogliamo, si forma un adenocarcinoma nell’esofago.

Se invece, il boccone riguarda qualcosa che coinvolge intensamente, ma che non vogliamo assorbire perché indigesto o repellente, sarà attivata la risposta fisiologica attraverso l’incremento delle qualità assorbente o secretoria dell’intestino.

Quando però la richiesta fisiologica dell’aumento di funzione termina, inizierà il processo di riduzione e di quella parte di tessuto che non serve più.