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Ecco che fare di fronte ad Effetti indesiderati dei farmaci tradizionali

Ecco che fare di fronte ad Effetti indesiderati dei farmaci tradizionali

Noi tutti sappiamo che l’uso dei farmaci può presentare talvolta degli inconvenienti, si possono avere degli effetti collaterali, ad esempio un farmaco antiallergico può dare sonnolenza.

Ma cosa fare esattamente quando siamo di fronte ad effetti indesiderati dei farmaci tradizionali?

Altre volte, più raramente, si possono avere dei veri e propri effetti indesiderati (reazioni avverse): ad esempio un farmaco antinfiammatorio può dare dei disturbi gastrici, talvolta anche molto gravi.

Molte persone si spaventano nel leggere il lungo elenco di effetti indesiderati riportati nel foglietto illustrativo e a volte decidono di rinunciare alla cura o di sospenderla o di modificare arbitrariamente i dosaggi e le modalità di somministrazione; questo può essere però più dannoso degli eventuali disturbi del farmaco, che restano comunque degli eventi poco probabili.

SICUREZZA DEI FARMACI

L’introduzione in commercio di un farmaco è preceduta da tutta una serie di studi su animali, ma anche su gruppi di persone, che hanno proprio lo scopo di evidenziare le corrette condizioni di utilizzo del farmaco stesso (dosaggio, modi e tempi della somministrazione), eventuali controindicazioni e possibili effetti indesiderati.

I controlli e le ricerche che una ditta deve attuare prima di mettere in commercio un farmaco sono tantissimi e questo a tutela di chi utilizzerà quel farmaco; le modalità di utilizzo dei medicinali sono autorizzate nel nostro paese dal Ministero della Salute dopo approfondita valutazione dei dati scientifici disponibili.

Tuttavia alcune reazioni avverse, specie se rare, possono essere evidenziate solo dopo l’immissione in commercio del farmaco stesso quando questo viene impiegato su larga scala e su varie categorie di pazienti.

 Di qui l’importanza della rilevazione delle reazioni avverse connesse all’uso dei farmaci e di tutto un insieme di attività che prende il nome di “Farmacovigilanza”

Il principale strumento della Farmacovigilanza è dunque la segnalazione di reazioni avverse ai farmaci e lo scopo è quello di garantire agli utenti che i farmaci utilizzati siano il più possibile sicuri e cioè che il rapporto beneficio/rischio sia il più vantaggioso possibile.

Pertanto, in caso di comparsa di un disturbo che potrebbe derivare da un medicinale assunto, la cosa migliore da fare è consultare il proprio medico o farmacista segnalando anche un semplice sospetto che il disturbo improvvisamente avvertito possa essere legato all’assunzione di un farmaco.

In ogni caso è bene non fare di testa propria decidendo di sospendere o diminuire il dosaggio di una terapia: bisogna sempre contattare una persona esperta (medico o farmacista).

COSA AVVIENE DELLA NOSTRA SEGNALAZIONE?

Quando un medico (ma anche un farmacista, un infermiere, ecc) viene a conoscenza di una possibile reazione avversa ad un farmaco è tenuto alla compilazione di un’apposita scheda che viene inviata alla ULSS (Servizio di Farmacovigilanza).

Dal Servizio di Farmacovigilanza poi le informazioni sulla segnalazione sono trasmesse direttamente al Ministero della Salute e da qui agli organismi sovranazionali.

La scheda di segnalazione contiene informazioni riguardo al paziente, al tipo di reazione e al farmaco.

Grazie a questo sistema di segnalazione si sono messi alla luce problemi relativi all’uso di alcuni farmaci che solo l’impiego su larghissima scala ha potuto evidenziare, proprio perché rari.

Quando esiste il dubbio che un farmaco possa dare una reazione avversa vengono prese in esame tutte le segnalazioni all’interno di una banca dati grandissima che coinvolge più paesi a livello mondiale.

Elaborate analisi statistiche danno quindi la conferma o meno di questa ipotesi e gli organismi sanitari possono adottare i provvedimenti opportuni.

Durante i primi anni di commercializzazione del farmaco, infatti, viene chiarito il grado di sicurezza del farmaco stesso e può accadere che vengano modificate le indicazioni all’uso o, se è necessario, che esso venga anche ritirato dal commercio! Il “caso cerivastatina” (Lipobay), qualche anno fa, ha posto al centro dell’attenzione, non solo degli addetti ai lavori, il problema della sicurezza dei farmaci.

Si ricorderà come questo farmaco, utilizzato per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, avesse provocato alcuni casi di “rabdomiolisi” (grave danno questi casi il farmaco fu tolto dal commercio.

Proprio grazie alle segnalazioni spontanee è stato possibile mettere in luce questo effetto.

COME CI SI DEVE COMPORTARE?

Bisogna sempre utilizzare i farmaci attenendosi alle indicazioni del medico per quanto riguarda: posologia, modo di somministrazione e controindicazioni; infatti la comparsa di effetti indesiderati è più probabile se i farmaci vengono utilizzati in modo non corretto o se esistono controindicazioni al loro impiego in un dato paziente.

Se non facciamo di testa nostra e seguiamo le indicazioni che ci sono state date, possiamo stare tranquilli e utilizzare i farmaci confiducia.

Al momento della prescrizione di un farmaco possiamo sempre chiedere informazioni sui possibili effetti indesiderati e, soprattutto,su come riconoscerli al loro esordio

Anche il farmacista può fornire tutti i chiarimenti necessari.

È da sottolineare, inoltre come i cosiddetti “prodotti da banco”, cioè i farmaci acquistabili senza ricetta medica, non sono necessariamente “più sicuri” e quindi possono dar luogo anch’essi ad effetti indesiderati, così come i prodotti cosiddetti “naturali”, a base cioè di piante officinali,omeopatici, integratori alimentari, ecc.

A questo proposito è bene informare sempre il proprio medico di quello che si sta assumendo.

Non dimentichiamo che i farmaci sono uno strumento preziosissimo al servizio della nostra salute; quando sono necessari vanno sempre utilizzati, seguendo le istruzioni del nostro medico e/o farmacista.